LARGO AI GIOVANI…NEROVERDI

PAROLA DI PIERLUIGI PARADISO

Pierluigi Paradiso è il classico bravo ragazzo, nonché figlio ideale, capace di conciliare gli impegni di vita (scuola, su tutti) con quelli sportivi, dimostrando una serietà ed una testa sulle spalle da fare invidia a tanti altri ragazzi più grandi di lui. Il diciassettenne tranese in forza alla Juniores neroverde, infatti, si sta affermando quest’anno come uno degli atleti al servizio di mister Caricola più costanti, rispettosi e volenterosi, riuscendo a ben figurare anche tra i banchi – o le videolezioni, di ‘sti tempi – del Liceo Scientifico “Vecchi” di Trani, grazie a medie tra il sette e l’otto, “quando va bene”. Tanta roba insomma, per un adolescente ambizioso e umile allo stesso tempo, che ha già capito cosa significa essere animati, nella vita d’ogni giorno, da un grande spirito di sacrificio, soprattutto quando si hanno degli obiettivi chiari in mente. Tutta merce rara in giro…
Bravo, Pierluigi, ma ora facciamoti conoscere meglio dai nostri lettori, su! 

Ciao Pierluigi. Come va con gli allenamenti? Ci è stato riferito che stai lavorando molto bene e con esemplare professionalità…

“Gli allenamenti vanno molto bene, in effetti. Ultimamente soprattutto, perché senza le ‘tensioni’ delle partite ufficiali si è venuto a creare un ambiente più sereno che ci fa lavorare bene e ha permesso di creare davvero un bel gruppo anche fuori dal campo. Questo aspetto, per me, è molto importante perché dà la possibilità di esprimerti al meglio ed è un qualcosa di speciale, perché non è scontato che ci sia armonia in ogni gruppo-squadra. Personalmente, cerco di essere sempre al campo per allenarmi perché solo essendo costante posso migliorare ed è anche l’unica strada percorribile per essere al massimo della forma, quindi evitare infortuni in questi anni che sono fondamentali per la crescita a tutto tondo di noi ragazzi che proviamo a crearci un futuro nel mondo del calcio”.

Fin qui si sono giocate solo due partite di Campionato, ma una delle due è stata sicuramente speciale per te. Puoi raccontare ai nostri lettori perché?

“Purtroppo il nostro Campionato è stato bloccato sul nascere a causa del Covid che ha condizionato anche la stagione scorsa… Nonostante tutto c’è stato subito un evento speciale per me, perché ho giocato per la prima volta contro l’Andria, società dove sono cresciuto e con cui mi sono tolto tante soddisfazioni di squadra, come la vittoria del Campionato Giovanissimi Regionali 2016-2017, e personali perché ho realizzato 24 gol quell’anno, da atleta ‘sotto-età’. La partita contro l’Andria al ‘Rossiello’ si è conclusa con una bella vittoria, anche se io non sono riuscito a segnare, anzi, quando sono subentrato mi sono procurato un rigore che ho sbagliato…”.

Chiudiamo con una domanda inedita per questa rubrica: da alunno delle Superiori, come si fa in generale a conciliare lo studio pomeridiano con gli impegnativi ritmi di una Juniores Nazionale?

“Gioco a calcio da quando ho 4 anni e non è mai stato un problema conciliare studio e allenamenti. Credo che quando si ha una grande passione non si debba pensare ai sacrifici che si fanno, ma solo al tuo obiettivo e quindi, anche quando torno stanco a casa dopo un intero pomeriggio di allenamento, non mi pesa studiare. È una mia scelta giocare a pallone e ne vale la pena! Questa situazione ti aiuta anche a crescere come persona, perché diventi più autonomo e ti prendi le tue responsabilità imparando a vedertela da solo, dal momento che la scuola non ti viene mai incontro, soprattutto se pratichi calcio… Negli ultimi tre anni, in cui sono stato impegnato in Campionati Nazionali, una settimana sì e una no mi è capitato di tornare a casa, la domenica sera, anche all’una o alle due di notte, dopo lunghissime trasferte in pullman, ma il lunedì mattina ero comunque a scuola perché, come ho detto prima, nessuno mi costringe a giocare, è una mia scelta libera e so che ciò comporta piccoli sacrifici di questo tipo”.