LARGO AI GIOVANI… NEROVERDI

PAROLA DI NICOLAS PAPAPPICCO

I bitontini presenti nella rosa della squadra Juniores del Leoncello sono pochi, quest’anno. Tra loro il “figlio d’arte” Nicolas Papappicco, erede di Vincenzo, ex portiere neroverde che negli ultimi vent’anni ha ricoperto svariati ruoli dirigenziali per il Bitonto Calcio, suo grande amore sportivo: oggi, Accompagnatore ufficiale della Prima Squadra in ogni dove, ma con un passato non molto lontano anche da Team manager e Addetto agli ufficiali di gara… A differenza del papà, il classe 2003 Nicolas gioca però ben lontano dalla porta dei suoi, prediligendo la trequarti avversaria e la relativa libertà che quella zona di campo può concedere (almeno in teoria) all’estro di qualsiasi giocatore in possesso di tanta fantasia.

Per chi ne volesse sapere di più su Nicolas Papappicco da Bitonto, buona proseguimento di lettura!

Ciao Nicolas, tu sei sicuramente tra i ragazzi più amati dell’intero gruppo Juniores, che spesso scherza con te e ti tira in ballo per simpatici sfottò che fanno bene alla vita di spogliatoio. Come mai sei uno dei “jolly” della Juniores? Quali sono gli aspetti del tuo carattere che ti permettono di avere tutto questo affetto da compagni e staff tecnico?

“Ciao! Parto col dire innanzitutto che sono molto contento ed entusiasta di far parte di questo meraviglioso gruppo. Sono un ragazzo molto allegro e socievole, a cui piace molto scherzare; sicuramente sono questi gli aspetti del mio carattere che più mi permettono di essere parte integrante di questo gruppo-squadra, nel quale regna non a caso un clima sano, molto gioioso, piacevole e soprattutto di grande rispetto che, quindi, si sposa perfettamente con il mio modo di essere il quale mi ha permesso sin da subito di integrarmi al meglio. Avendo questo carattere e simili modi di fare, nella maggior parte dei casi sono io l’oggetto preferito dei simpatici sfottò da parte del mister e dei miei compagni. Questo suscita in primis a me stesso, così come negli altri, grande divertimento e penso che questo possa aiutare molto nella crescita sia personale che del gruppo”.

Sei un “figlio d’arte” neroverde, in quanto tuo padre ha difeso la porta del Bitonto circa trent’anni fa. È un vantaggio o uno svantaggio avere un papà sportivo competente ed appassionatissimo di Calcio?

“Sì, anche mio padre è un grande appassionato di questo meraviglioso Sport, è stato ed è tutt’ora per me un punto di riferimento pure per ciò che concerne il Calcio. Questa sua passione, coltivata sin da piccolo, mi è stata trasmessa in primissima età. Infatti è solo grazie a lui se, appena a 4 anni, ho iniziato a dare i miei primi calci al pallone. Penso che avere un papà molto competente e navigato in questo campo, in quanto da anni fa parte del Bitonto Calcio, sia un grande vantaggio perché ho modo di confrontarmi sempre con una persona più grande e allo stesso tempo con grande esperienza. Grazie a quest’ultima cerca nel suo piccolo di darmi consigli utili per poter migliore giorno dopo giorno, sbagliando il meno possibile, sia dal punto di vista calcistico che soprattutto di vita. Questa nostra passione che ci accomuna, sicuramente alimenta ancora di più e in meglio il nostro rapporto, che di suo è già meraviglioso”.

Non hai seguito le orme tecniche di papà, in porta, bensì ami la giocata e gli aspetti più “estetici” del Calcio. In quale zona del campo ti piace di più giocare? Qual è invece il tuo rapporto con gli aspetti tattici che in un certo senso limitano la libera creatività degli atleti più fantasiosi?

“Essendo un tipo che ama osare la giocata, il ruolo che più mi piace ricoprire è sicuramente quello del trequartista. Quest’ultimo ruolo ha catturato sin da subito la mia attenzione perché predilige il dribbling e l’assist verticale, che sono i gesti tecnici che più coincidono con il mio stile di gioco. Entrando maggiormente negli aspetti tattici, invece, posso dire che essi risentono molto della mia struttura fisica poiché sono un ragazzo molto gracile fisicamente e non molto alto: due caratteristiche, queste, che non rispecchiano i canoni del calciatore dei nostri giorni. Molti settori giovanili importanti, infatti, danno enorme peso alla fisicità dei loro atleti e questo aspetto, nonostante impedisca a me e a molti altri ragazzi di esplodere subito, allo stesso tempo accresce ancor di più la voglia di non mollare davanti a tali ‘piccoli ostacoli’ e di continuare a migliorare, a lavorare sodo giorno dopo giorno per raggiungere il proprio obiettivo”.